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Il mio quinto punto cardinale: l’empatia

Un breve estratto dei messaggi che giungono in redazione in occasione del ventennale della rivista. I testi integrali saranno pubblicati in un numero speciale dei quaderni della rivista.

L’esperienza della quale volevo parlare e che, indirettamente, mi ha portata a conosce il Sociologo Orazio Maria Valastro, è stata quella del sostegno dell’occupazione di case sfitte a favore dei baraccati delle periferie romane. Della vita in quelle baracche, raccolsi e trascrissi anche diverse testimonianze come la storia di Armanda e quella di Giuseppina A dire il vero e per mia fortuna avevo un lavoro ed una casa ma questo non mi impediva  di avvertire sulla mia pelle e sentir risuonare nella mia coscienza i problemi sociali di quegli anni. Cercavo, quindi, di attivarmi per quello che mi era possibile in favore di coloro ai quali erano negati  diritti essenziali e, tra i quali, quello di poter avere una casa vera.

Avevo anche, e spesso, sentito parlare della Professoressa Maria Immacolata (Minette) Macioti quale strenua difenditrice dei diritti umani e persona capace di raccogliere e dare voce a coloro i quali i diritti essenziali erano negati. Con Minette, ci siamo comprese immediatamente, abbiamo collaborato ad alcuni eventi ed articoli giornalistici e siamo diventate amiche in termini empatici ed intelletualmente stimolanti.

L’energia empatica, quando diventa empatia creatrice e contrapposta alle chiusure dell’ego intellettualistico, significa non solo partecipazione dell’umano all’umano capace di accettare la conoscenza impura. Ma significa anche saper accettare, senza la pretesa di ricercare verità assolute, il carattere spesso sbrindellato poiché incompiuto delle “verità intersoggettive”. Significa saper comprendere che il solo sapere concesso a noi umani è il sapere di non sapere, di socratica memoria.

AnnaMaria Calore (Roma)